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Solcando la storia tra passato e futuro, cosa rende unico San Leonardo

Una perla tra i monti

 

Ricostituente, corroborante, energia pura. Il vino ti alimenta l’anima ed è davvero buono solo quando ne vuoi ancora e non saresti mai sazio. Inebriato dalla leggerezza in ogni molecola, ti senti libero. Bene. Qualunque calice tu stia degustando ferma quell’attimo, decifra quell’emozione. Cerca di tenerla con te anche per pochi secondi, riconoscila, dalle un nome, assaporala. Dare il via ad un’emozione, riconoscerla, fermarla, assaporarla. Qui il vino ha compiuto il suo scopo. Noi la chiamiamo felicità. E’ proprio questa la sensazione che abbiamo vissuto sulla pelle a San Leonardo qualche mese fa. Conosciamo meglio l’unicità di questa azienda.

Qui troviamo le antiche vigne di Carmenère che furono messe a dimora a metà del 1800 e che sono oggi la vera essenza dei vini di San Leonardo. Le abbiamo ammirate in una tersa giornata d’estate. Lavorano incessantemente al riparo delle sontuose montagne che le circondano, protette da un clima mite e clemente. Come ci fosse fra loro uno speciale patto silenzioso per farli esprimere ogni volta al meglio.  Nel 2015 San Leonardo ha iniziato il percorso di conversione all’agricoltura biologica che si è concluso con successo alla fine del 2018 ottenendo la certificazione. Nello stesso anno la tenuta è stata certificata amica della biodiversità dall’associazione BWA Friends of Biodiversity. Questo a testimonianza del grande impegno di San Leonardo nel preservare il suo territorio. Clima ottimale, la tenuta si trova infatti incastonata nella Valle dell’Adige tra le pendici del Monte Baldo e i Monti Lessini. Qui è un vero spettacolo poter assistere alla vendemmia, fra settembre e ottobre dove la natura si tinge di rosso e le giornate iniziano ad accorciarsi. Oggi, ne sono convinti qui a San Leonardo, ci sono due velocità diverse (e lo abbiamo forse messo a fuoco per un attimo con il lockdown). La velocità della produzione e quella della natura, ben diversa dalla prima. Che richiede i suoi tempi, metodi e massimo rispetto. Solo i più grandi professionisti lo hanno capito.

Dopo aver degustato qualche bottiglia speciale quel nettare è diventato parte di noi. Perchè il vino è un percorso di vita, proprio come il cibo. È vivo, muta, si trasforma (solitamente sempre in meglio).