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L’unicità di un grande vino: San Leonardo

Un tuffo nella storia

 

Fulminati da questa esperienza. Sveglia presto, si parte, direzione Avio. La strada scorre veloce e in meno di tre ore ci troviamo catapultati in un’altra dimensione: Tenuta San Leonardo.

Da secoli luogo di incontro di uomini che hanno attraversato la storia. Dalla costruzione della Chiesa di San Leonardo nell’anno 1000, passando dalla resa degli austriaci a Villa Gresti e dai preliminari della firma dell’armistizio della Prima Guerra Mondiale nel 1918 fino alla nascita della prima bottiglia di San Leonardo nel 1982. Qui oggi, grazie alla Famiglia Guerrieri Gonzaga continua a scorrere il fiume di uno dei più prestigiosi nettari della storia dell’uomo. O degli Dei?

Importantissimo luogo strategico dal punto di vista storico, zona di confine tra l’Italia e l’Austria. Durante la Prima Guerra Mondiale la Villa è stata la base dell’esercito italiano quando i generali austriaci si sono arresi a Serravalle sono stati condotti qui bendati per non vedere la base italiana per firmare i preliminari dell’armistizio della fine della prima guerra mondiale. Lo stesso giorno sono partiti per Villa Giusta a Padova per firmare l’armistizio definitivo. Nella Seconda Guerra Mondiale vari esercito sono passati di qui, i tedeschi e gli americani. Oggi Villa De Gresti è la residenza estiva dei marchesi. Oggi il museo all’interno della tenuta documenta con vecchi arnesi e documentazione originale le storie e i personaggi che si sono susseguiti nel tempo. Una memoria storia da custodire gelosamente. 

Quello che non potete non conoscere è che l’impronta digitale del San Leonardo si chiama Carmenère, un vitigno la cui presenza in loco fu scoperta per caso qualche anno fa. Eleganza, freschezza, struttura: 60% Cabernet Sauvignon, 30% Carmenère, 10% Merlot. Vino simbolo della Tenuta, il San Leonardo affonda le radici nella sua storia millenaria. Un classico taglio bordolese di aristocratica eleganza e straordinaria longevità.

Nell’antica cantina di fermentazione si trovano le vasche costruite esclusivamente in cemento. Qui i vini rossi fermentano spontaneamente, senza l’ausilio di tecnologie o di lieviti. Le fermentazioni durano in media non più di 15/18 giorni durante i quali vengono eseguiti molteplici rimontaggi. Da non perdere la visita all’archivio delle annate di San Leonardo dal 1982 ad oggi che rappresenta il Sancta sanctorum, il tempio indiscusso e venerato da tutti gli appassionati del globo. Una vera libreria perché, come ne è convinto il Marchese Carlo Guerrieri Gonzaga, “una bottiglia di vino proprio come un libro è un racconto di un anno di vita della campagna, di gioie di difficoltà e di speranze”. Fascino, storia e mistero. Il vino è l’unico elemento in natura che continua a evolversi per così tanto tempo. Custodire la memoria è un atto d’amore.

Basta schiacciare un pulsante che… dall’archivio si entra direttamente nella barricaia dove le botti riposano cullate dai canti gregoriani, che sembrano sospingerle e incoraggiarle sussurrando che, nonostante quello che succede fuori, nascerà, si spera, come sempre, un grande vino.

La visita è culminata come nelle migliori occasioni, intorno a un tavolo (tutti ben distanziati ndr). Ci siamo trovati di fronte più di tre bicchieri contemporaneamente e guardandoci negli occhi avevamo due possibili azioni da attuare. Scappare o resistere (sperando di capirci qualcosa). Qui ad Avio ci è “toccato” degustare, con molta soddisfazione, un meraviglioso pranzo accompagnato dalle migliori etichette di San Leonardo.