Sorsi d’Arte
Etichette d’artista
Sul fatto che il vino sia una vera opera d’arte non ci piove.
E anche l’arte di rimando non si è mai dimenticata di omaggiare il nettare di Bacco il un’infinità di dipinti, sculture, opere architettoniche e così via. A noi piace soprattutto celebrarlo con opere performative. In cui ne beviamo. Tanto.
Non bisogna dimenticare però che l’arte spesso fa proprio parte della bottiglia stessa.
Le etichette del vino sono una componente fondamentale, quasi quanto il colore, il profumo e il gusto.
Anzi, sono il primo contatto che abbiamo con la bottiglia, devono saper raccontare una storia che provi a svelare il valore nascosto e l’identità del vino.
In un mondo in cui non si può (ahinoi) prescindere dall’apparenza, al vino non basta essere buono per risultare accattivante al consumatore che si avventura nell’enoteca sotto casa. Il packaging deve distinguersi e invogliare all’acquisto anche grazie a criteri estetici e creativi.
E se è ormai comune imbattersi in centinaia di esempi più o meno riusciti di questa spasmodica ricerca eccentrica anche per vini il cui sapore rasenta quello dell’aceto (le etichette che si vedono nel reparto vini dei discount ricordano spesso le produzioni artistiche che facevo su paint durante l’ora di informatica alle medie), ci sono dei casi particolari in cui l’etichetta non è solamente una decorazione, ma una vera e propria opera d’arte, che esalta vini già eccellenti costituendo un concreto valore aggiunto, nonché una preda ambita dai collezionisti: infatti le bottiglie “griffate” da etichette d’artista si prestano bene anche come cimeli per le aste.
L’idea dell’etichetta d’artista parte dalla voglia di descrivere in maniera esclusiva il vino di un’annata particolare e di elogiarne l’importanza con la mano di un famoso maestro.
L’esempio più celebre e antico è forse quello di Château Mouton Rothschild, a partire dal 1924, ha affidato le sue etichette a maestri famosi, creando un po’ di confusione nel concetto di packaging delle bottiglie, tanto che ai tempi molti ne criticarono la scelta.
Questa tenuta storica ha fatto dell’etichetta d’autore una sua caratteristica distintiva. Da decenni lo Château collabora e ha collaborato con i più grandi artisti contemporanei: Georges Braque, Salvador Dalì, Joan Mirò, Marc Chagall, Wassily Kandinsky, Roberto Matta, Pablo Picasso, Andy Warhol, Keith Haring… mica cotiche!
In Italia le cantine che hanno deciso di rendere ancora più preziosi i propri vini sono molte.
Ci limitiamo a riportare alcuni degli esempi più famosi (ma che esempi…):
Il progetto Ornellaia “Vendemmia d’Artista” celebra ogni nuova annata di Ornellaia. Ogni anno un artista contemporaneo firma un’opera d’arte e una serie di etichette in edizione limitata, traendo ispirazione da una parola scelta dall’enologo che descrive il carattere della nuova annata.
Il progetto prevede in ogni cassa di Ornellaia una bottiglia con un’etichetta creata dall’artista in edizione limitata di 111 bottiglie numerate e firmate personalmente dal creatore.
I collezionisti di tutto il mondo si contendono queste bottiglie, alcune delle quali vengono battute all’asta durante un evento annuale di raccolta fondi a sostegno dell’arte.
Dal 1974 alcuni vini della Cantina Vietti sono vestiti da opere originali create appositamente da un artista ed ispirate al vino di quell’annata particolare.
Alfredo Currado e la moglie Luciana, proprietari della cantina, affidano ad artisti diversi l’arduo compito di rappresentare visivamente le caratteristiche distintive di ogni annata.
Renzo Piano nel 2019, Claudio Bonichi nel 1974, Alessandro Piangiamore nel 2020 o Pier Paolo Pasolini nel 1977 sono solo alcune delle personalità che hanno prestato la loro creatività al mondo del vino.
Nittardi nel XVI secolo era semplicemente una torretta di proprietà di Michelangelo Buonarroti, che decise di omaggiare Papa Giulio II di alcune bottiglie di vino mentre era a Roma a dipingere la Sistina. Un lavoretto da poco insomma.
La leggenda narra che l’artista scrisse al nipote per farsi inviare il prezioso nettare della tenuta, dichiarando di preferire egli stesso due botti di vino ad otto camicie! Lo vorremmo tanto come membro onorario di PWNK.
A secoli di distanza, il binomio arte e vino continua a caratterizzare la vita della Tenuta. L’azienda fa realizzare ogni anno ad un celebre artista due quadri originali che diventano rispettivamente l’etichetta e la carta seta con cui viene avvolta la bottiglia del Casanuova di Nittardi.
Negli anni si sono succeduti nomi illustri quali Yoko Ono, Dario Fo, Hundertwasser, Corneille, Karl Otto Götz, Igor Mitoraj mentre l’onore di realizzare la 35° etichetta è toccato a Joe Tilson, pittore, scultore e stampatore di spicco della British pop art.
Oppure possiamo essere catapultati alla scoperta di etichette d’artista nella tenuta di CastelGiocondo a Montalcino. Il castello di origine quattrocentesca, attualmente di proprietà della famiglia Frescobaldi, oggi custodisce una piccola collezione di 12 opere di importanti artisti contemporanei.
Oltre alla collezione, a CastelGiocondo viene organizzato Artisti per Frescobaldi, un Premio Biennale d’Arte Contemporanea che a ogni edizione coinvolge tre artisti nel realizzare il disegno dell’etichetta per un’edizione limitata e numerata di bottiglie di Brunello di Montalcino.
Come non concludere con uno dei nostri grandi amori?
Pergole Torte di Montevertine: un rosso inconfondibile sotto ogni aspetto, a partire proprio dalle iconiche etichette, conosciute anche dai meno esperti. L’inimitabile stile di Alberto Manfredi, con la raffigurazione del volto di una donna, impreziosisce e rende ancora più pura questa fantastica bottiglia.
La prima etichetta risale al 1982 e da allora ogni anno una nuova opera o un particolare dei dipinti di Manfredi (scomparso nel 2001) vengono abbinati alle nuove annate: volti di donne, ritratte a mezzo busto, solo ed esclusivamente per Le Pergole Torte.
Poesia.