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Qualcuno ha detto “nomi strani del vino”?!

Etichette insolite (..e non solo) e dove trovarle!

 

Attenzione. State entrando in una zona calda, potreste uscirne ustionat*.
Via alle danze!

Così come si fa per i nomi dei bimbi in arrivo, i produttori di vino si scatenano a chiamare le loro creazioni nei modi più strampalati possibili.
Sicuramente avete già sentito parlare di bottiglie che hanno nomi particolarmente strani e avvincenti.

Beh, giusto per citarne due: lo Scopaio -famosissimissimo- che prende il nome dalla nota località vicino a Castagneto Carducci in provincia di Livorno (Dè che erano forti lo abbiamo sempre pensato!) o Bricco dell’Uccellone, direttamente dal Piemonte, nome di paese attribuito ad una donna con vestiti sempre scuri e dal naso particolarmente pronunciato quasi a ricordare il becco di un uccello, appunto. Sappiamo perfettamente che stavate pensando a tutt’altro 😅.

Ma facciamo un piccolo pit-stop ai vitigni “fuori di testa”.

Susumaniello è un vitigno tipico della zona del Salento nella provincia di Brindisi. Letteralmente significa “Somarello” – nei primi anni di vita tende a rendere molto a livello di produzione, tanto da riempirsi di grappoli d’uva proprio come il somaro che, carico di “roba”, girovagava nelle campagne di una volta.

Hey Bellone! Potrebbe essere il giusto modo per approcciare un gruppo di belle ragazze ma, per fortuna, non ci sentiamo proprio così sfacciati quindi parliamo del vitigno a cui dà il nome – và! Si trova nel Lazio ed è molto eclettico. È una varietà molto produttiva con grandi acini attraenti (non a caso il nome!), ciò che ne esce fuori è un vino abbastanza forte infatti, nella maggior parte dei casi, viene utilizzato per la creazione di vino da tavola insieme al trebbiano e alla malvasia.

Ancellotta dal nome eroico e medievale. Siamo catapultati (principalmente) in Emilia Romagna, parliamo di un vitigno a bacca nera –  utilizzato soprattutto per la produzione del frizzantino Lambrusco.
Questa varietà ha delle bucce ricche di colore tanto che viene usato anche come colorante sia fuori che dentro il mondo del vino!

 

Ma invece… proviamo a scavare nel profondo e vediamo quali etichette dai nomi pazzerelli escono fuori.

Addio Cugghiuna – letteralmente “addio coglione” – severo ma giusto –  è uno spumante brut metodo classico prodotto in Sicilia. Ed è palesemente il regalo migliore da poter fare a chi non sopporti. Bottiglia particolarmente raffinata con scritta “girigogolata” che la rende elegante ma allo stesso tempo molto comprensibile e diretta al destinatario.
(“Una cassa grazie” cit.)

Bionasega – letteralmente “bio una sega” – (sforzandoci a tradurlo: “biologico proprio per niente”). È un Brunello di Montalcino dall’etichetta scherzosa e provocatoria che si prende gioco di quella parte del mondo del vino che produce in maniera biologica (che noi, in realtà, amiamo particolarmente, possiamo dirlo? Lo abbiamo detto!) . Però complimenti per l’originalità 🤘.

‘Nantropò. E ciao. È un passito prodotto all’Isola del Giglio. A quanto pare talmente buono che sei sempre a chiederne ancora. L’azienda agricola che lo produce vanta un’altra etichetta d’eccezione dal nome: Senti Oh! – rappresenta un sacco il nostro mood nelle giornate “no” – da annaffiare con un severo calice di vino.

Ultimo ma non ultimo..

Bidibidì e Tantalilli di Tenute Tozzi. Ehh? Icchè t’ha detto?! (Eh? Che cosa hai detto?).
Bidibidì è un rosato frizzante e Tantalilli un 100% Albana da urloooo.
Etichette dal nome alquanto particolare che parlano di famiglia e non solo… più avanti ve ne parleremo 💖.