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Distinti salumi dall’Antica Macelleria Falorni

Il parco divertimenti della ciccia

 

Greve in Chianti, Piazza del Comune.

Se fosse una cartolina scriveremmo proprio così. Non c’è orario per entrare in questo tempio del gusto che vide i natali nel 1806. Avete letto bene. Noi abbiamo varcato la soglia intorno alle 12.30 con un languore tipico dell’orario, ma aggravato dalla salivazione che si è messa in moto rincarando la voglia di addentare tutto ciò che alla vista si presentava.

Torniamo in noi solo per la frazione di secondo che ci consente di chiedere un posto dove sederci. Continuiamo a sbavare, sognando il pranzo che di lì a poco avremmo messo sotto i denti. Impossibile non alzare gli occhi. Preso posto, il collo si eleva in posizione tipica del 10 agosto per rimirare con stupore, non stelle cadenti in questo caso, ma prosciutti, cosciotti e ogni prelibatezza tipica di questo luogo unico.

La nostra mente dopo aver messo a fuoco che non sono scacciaguai né tanto meno richiami dell’angelo ma le goduriose prelibatezze che compongono questi soffitti si concentra sul menù e per il motto, keep calm e ordina tutto, avrebbe mangiato l’intero carnet di proposte.

Decidiamo per due taglieri Stefano e due taglieri Lorenzo, i due fratelli titolari che anche grazie ai loro gusti personali hanno ispirato queste fantastiche composizioni.

Stefano: prosciutto toscano, finocchiona, friabile del forno attiguo alla Bottega, pecorino del Caseificio Busti, confettura di cipolle.

Lorenzo: salame di toro, salsiccina di cinghiale, pecorino di Pienza stagionato. Il tutto annaffiato da un’ottima bottiglia di vino Campo a Sassi, Frescobaldi (ardua è stata la scelta fra la selezione esposta. Buone proposte anche al calice, c’è solo l’imbarazzo della scelta).

L’Antica Macelleria Falorni è molto più di una bottega, è un mondo di tradizioni e gusti da scoprire e riscoprire, di cui non sarete mai sazi. Vero gioiello vintage, a partire dagli arredi e utensili originali, che conserva tutta la sua storia centenaria, come un piccolo museo che testimonia il tempo che fu e il mestiere del macellaio tramandato fino ai giorni nostri. Vera e propria esperienza a tutto tondo, che inizia col naso, per affinarsi con gli occhi e concludersi con la bocca, dando vita ad una sinfonia di tutti i sensi.

Per noi è stato un vero e proprio lunapark dove caramelle e zucchero filato si sono trasformati in salami e prosciutti. Una botta di vita e di gusto difficile da dimenticare.

 

P.s.: Nessun prosciutto è stato maltrattato in queste foto.